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La maggioranza che non c’è piu’ PDF Stampa E-mail
Domenica 01 Gennaio 2023 08:59

Dopo i “pacchi di Natale”… i “botti di Capodanno”: l’amministrazione Conte è ufficialmente in crisi.

Dopo che nel Consiglio Comunale del 21 Dicembre era già venuto meno il numero legale per varie defezioni di esponenti della maggioranza, nel Consiglio del 29 Dicembre sono stati addirittura sei i consiglieri comunali di maggioranza a non rispondere all’appello. Alla gravità della crisi politica dell’Amministrazione si aggiunge, poi, l’evidente forzatura compiuta al Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale, che pone più di qualche serio interrogativo sulla legittimità degli atti approvati, che peraltro espongono l’Ente sia economicamente che finanziariamente. Va poi sottolineato come non sia stato sufficiente stavolta nemmeno il solito soccorso offerto all’Amministrazione dalla finta opposizione di Damiano Capaccio che, come suo solito, si limita a dispensare lezioni alle opposizioni mentre si astiene sui provvedimenti della Giunta Conte (ma ha mai votato contro, in questo anno, anche ad un solo atto di questa Amministrazione?). E così, dopo aver avuto in dono il peggiore Natale della storia di Eboli, le ordinanze intermittenti, la nomina nello staff di un ex capogruppo e assessore per onorare cambiali elettorali, i comandi e le mobilità a vantaggio degli amici vecchi e nuovi, la Città è ora costretta ad assistere anche a questo triste teatrino delle assenze in Consiglio Comunale. E su tutto questo il Sindaco tace, nonostante venga sollecitato da un suo stesso capogruppo di maggioranza che lo invita ad un coraggioso cambio di passo. Avrebbe invece il dovere di riferire in Consiglio Comunale su quanto sta accadendo nella sua maggioranza - se ne ha ancora una!- sulle motivazioni di questa crisi e sul se questa crisi dipende – come si vocifera - dalla polemica esplosa in vista delle prossime nomine del presidente del Consorzio del Piano di Zona e del presidente del costituendo Ente Fiera. Il Sindaco non può più continuare a tenere Eboli in ostaggio nell’attesa di ricomporre le beghe interne di potere, ma ha il dovere morale e politico di rassegnare le dimissioni, prendendo atto che a solo 14 mesi dal voto ha già fallito, non godendo più della fiducia sostanziale neanche della sua stessa maggioranza.