Domenica 08 Aprile 2012 09:24 |
Secondo l’ultimo rapporto Cnel, 'negli ultimi anni è fiorito l’uso delle partite Iva individuali per impiegare professionisti, soprattutto giovani, in forme di parasubordinazione; sebbene queste persone risultino lavoratori autonomi, come normativa del lavoro, fiscale e previdenziale, di fatto vengono impiegati in posizioni lavorative assimilabili per condizioni e prospettive'.
E' chiaro che le partite iva, in una percentuale che va dal 2 al 6 per cento, dal sud al nord, nascondono spesso rapporti di lavoro continuativi senza i rischi connessi al lavoro dipendente. E' vero anche che il titolare di partita iva paga somme a volte esosissime allo Stato per il solo fatto di possedere l'unico modo per entrare nel mondo del lavoro che non sia un'assunzione da parte di una azienda. Non è raro trovare cartelle contributive impagabili sulla sola base degli studi di settore, e spesso non sono altro che lavori di rappresentanza, anche con aziende di rilevanza nazionale. La disciplina del ruolo porterà a trasformare il rapporto di lavoro in collaborazione continuativa: se la collaborazione durerà più di 6 mesi nell’arco di un anno, se il corrispettivo derivante da tale collaborazione costituirà più del 75% del reddito del collaboratore nell’arco dello stesso anno, se il collaboratore disporrà di una postazione di lavoro presso la sede del committente. Ancora peggio se la collaborazione sia stata instaurata senza l’individuazione di uno specifico progetto. Se il rapporto di lavoro diventerà ancora piu' complicato, le aziende non avranno convenienza ad usufruire di rapporti di lavoro non sicure, alcuni professionisti non potranno creare rapporti di lavoro di tipo plurimandatario, basterà interrompere i rapporti di lavoro ogni sei mesi, costringere il collaboratore ad avere un proprio ufficio invece di una postazione in azienda, o in piu' di queste, creare un giro di collaborazioni tra aziende per non superare il tetto del 75% del trattamento economico per singolo consulente o dipendente che dir si voglia. Ancora una volta, in un momento in cui andrebbe favorito lo sgravio produttivo per le aziende, si operano restrizioni che renderanno piu' difficile l'attività imprenditoriale, ma anche l'immissione sul mercato di forze lavorative.
|