Menu Principale


Condividi su

Facebook MySpace Twitter Digg Delicious Stumbleupon Google Bookmarks RSS Feed 

News

Loading feeds...

Created by SopanTech Solutions


Area sondaggi


Meteo a Salerno

Gio Ven Sab Dom

Oroscopo del mese

No images

Dichiarazioni De Luca su politica nazionale PDF Stampa E-mail
Sabato 07 Dicembre 2013 00:18

La morte di Nelson MandelaCon Mandela scompare una grandissima figura della storia contemporanea, una personalità che merita di essere onorata da tutti gli uomini liberi. Con la sua esistenza, Mandela ha ricordato che si è uomini innanzitutto se si difendono valori fondamentali, ad iniziare da quelli della libertà. Quella di Mandela è una figura straordinaria per la sua tenacia, ma anche per la sua mitezza, per la sua bontà, per la sua gentilezza: un personaggio che va ricordato soprattutto per i più giovani, per coloro che non hanno potuto conoscere la sua vicenda umana e politica. Nella sua vicenda c’è una componente di religiosità: è un atto di fede quello che compie un uomo che decide consapevolmente di sacrificare la propria esistenza per testimoniare dei valori.  Una grandissima personalità, un esempio di dedizione al bene pubblico, di testimonianza di valori umani fondamentali, che ha rappresentato un punto di riferimento per tutte le persone libere. Ed è una di quelle personalità di fronte alle quali ci si sente piccoli, per tanti versi, di fronte alla sua grandezza e al suo eroismo, ma che contemporaneamente ci stimolano a trovare nell’esperienza quotidiana valori che diano senso all’esistenza umana. Persone come Mandela testimoniano il cambio epocale che c’è stato nella storia degli esseri umani: per millenni la vita delle comunità è stata regolata dal principio di violenza; Mandela, insieme a pochissime altre personalità, ha testimoniato questo capovolgimento della storia dell’umanità, ha dimostrato che diventa una forza anche la non violenza; che una testimonianza di ideali, più delle armi e delle guerre, può cambiare la storia di un paese e riscattare un intero popolo. La sua vicenda è una di quelle testimonianze che illuminano la storia delle donne e degli uomini e che rappresentano un riferimento morale per chiunque voglia sentirsi parte della crescita umana. Legge elettoraleDobbiamo trovare un sistema che sia rispettoso della volontà dei cittadini e che sia insieme in grado di garantire la governabilità, ovvero che faccia governare il partito o la coalizione che ha un voto in più, come accade in Inghiltera, Francia, Stati Uniti. Si può anche adottare un sistema con il doppio turno. Un paese con una democrazia che non decide niente e perde mesi tra trattative e contrattazioni è un paese morto, che non è in grado di dare risposte ai problemi veri della gente. RenziSono molto lontano dalle vicende dei partiti, ma ho deciso di sostenere Renzi. Innanzitutto per rispondere alle tante infamie che sono state messe in mezzo da quando ho deciso di stare dalla sua parte. Ma soprattutto perché credo che si debba rompere questo groviglio di burocratismo, questa palude di immobilismo generale nella quale sembra che siano tutti uguali. E in questo c’è del vero in quello che dice Grillo: sono tutti uguali perché nessuno riesce a dare l’idea di una svolta radicale. Dobbiamo cercare di aprire lo scenario politico: questo magari non risolve tutto, ma è il presupposto per cambiare. E’ certo che, se restiamo in questa palude e continuiamo a produrre parole anziché fatti, l’Italia è un paese morto. MIT e situazione politicaLa mia vicenda al Ministero mi ha disgustato. Voglio parlare soprattutto ai miei concittadini, perché mi fa star male l’idea che possa trasmettersi l’immagine di uno che vuole avere più incarichi. Il doppio incarico non esiste, e men che meno esiste il doppio stipendio. Io non ho chiesto niente a nessuno: mi ritrovo nel Governo perché un pomeriggio ho ricevuto una telefonata dal segretario regionale nella quale mi si annunciava che avevano pensato a me come viceministro. Non ho parlato con nessuno, non ho chiesto niente a nessuno, non ho contattato nessun vertice di partito o di governo; sono stato chiamato a dare un contributo e ho dato la mia disponibilità a fare quel lavoro per cui sono stato scelto. Dopo sette mesi mi ritrovo in una condizione in cui gli stessi che mi avevano chiamato sono scomparsi e non rispettano la legge che regola le competenze dei viceministri. Io sto facendo questo braccio di ferro per due ragioni.La prima per reagire all’intollerabile arroganza di un Ministro che non può pensare di gestire tutto come una bottega privata: non poteva farlo prima e meno che mai può farlo oggi, con lo scenario politico totalmente mutato; perché, mentre prima Lupi rappresentava tutto il Pdl, ora rappresenta trenta deputati. La mia, dunque, è una lotta contro lo “scilipotismo di ritorno”. Non è possibile che un partito di trenta deputati abbia la vicepresidenza del Consiglio e i ministeri dell’Interno, delle Infrastrutture e Trasporti, della Sanità, dell’Agricoltura, delle Riforme Istituzionali (e della Giustizia), mentre un altro partito di trecento deputati abbia solo Bray, Kyenge, Trigilia, il “ministro delle fantasie” Delrio e il “ministro dimezzato” Zanonato, al quale il Viceministro Catricalà ha sottratto tutto il comparto delle Poste e Telecomunicazioni.Il secondo motivo di battaglia, quello più sostanziale, è la difesa degli interessi del Sud. Io sono l’unico esponente politico meridionale nel governo: se esco io, il Mezzogiorno è totalmente cancellato. E questo in un momento in cui si stanno finanziando investimenti nelle autostrade e tangenziali dell’area milanese, che sono del tutto inutili; sarebbero risorse da destinare al Sud. Dobbiamo combattere, perché non ci regaleranno niente. Un esempio: se non c’è una presenza come la mia nel governo, la metropolitana di Salerno si ferma qui: e invece dovremmo finanziare il prolungamento verso l’Università, verso Nord e Sud. Chi dovrebbe farla questa battaglia? Stesso discorso per il raddoppio dell’autostrada SA-AV, per gli aeroporti della nostra regione. Sono grandi partite che riguardano lo sviluppo dei nostri territori, delle quali nessun altro si preoccuperà. Altro che doppio incarico: tutto quello che faccio lo faccio nell’interesse delle nostre comunità.