Pomigliano, il 62 per cento dice sì Stampa
Mercoledì 23 Giugno 2010 08:01

Secondo qualcuno non sfonda, secondo noi si, il popolo antisindacale stravince il referendum. I dipendenti di Pomigliano, i lavoratori rappresentati dal sindacato, hanno scelto da soli, e deciso di accettare. Questo è, purtroppo, un momento storico, che dimostra quanto i cittadini, i lavoratori in questo caso, siano lontani dalle istituzioni. Si, perchè il sindacato è l'istituzione dei lavoratori, il punto di riferimento, e la Fiom l'ala piu' garantista dell'operaio. L'operaio oggi sconfessa il proprio sindacato piu' rappresentativo, ma non è il caso fdi gioirne. L'operaio oggi si è reso conto che gli hanno procurato, negli anni passati, danni così profondi, partendo dalla Ue che non ha regolamentato, prima di lasciar spazio a Stati col costo del lavoro piu' basso, le regole del mercato del lavoro, riferendosi solo alla ricettività di un mercato nuovo sul quale lucrare. I nostri governi non hanno saputo gestire l'ingresso di manodopera con costi bassi, consentendo un impoverimento della qualità del lavoro, lasciando che le aziende italiane andassero a cercare mercati piu' economici, favorendo il lavoro nero sottocosto, ed oggi un operaio italiano deve fare di tutto l'unica cosa possibile, lottare da solo per impedire che il lavoro svanisca in qualche stabilimento nascosto nelle risaie asiatiche, o nell'Europa dell'Est. Ora la paura è che il modulo Pomigliano venga applicato a tutte le aziende italiane, ma non si poteva sperare, con un mercato del lavoro con costi dimezzati ed una concorrenza sleale, che senza regole precise il costo e le garanzie del lavoro tornino, nel nostro paese, a livelli umani. Per il momento il posto di lavoro di migliaia di persone, senza grandi alternative, sembra salvo. Speriamo che ora governi nazionali ed sovranazionali, i sindacati sconfessati, i veri imprenditori, sentano il bisogno di sedersi ad un tavolo per garantire non solo i lavoratori, ma anche il futuro dell'imprenditoria e della produzione.