Le vittime della mafia Stampa
Mercoledì 12 Maggio 2010 05:44
Ciancimino Jr. ne aggiunge un'altra. Ora il superteste, impegnato nella presentazione dell'immancabile libro, 'Don Vito',  nuovo esempio di sfruttamento mediatico della malavita, cambia versione, affermando che Berlusconi, obiettivo principale delle sue accuse di collusione alla mafia, ne è ora vittima  «non ho mai cambiato versione. Quando mio padre mi parla di lui è il 22 luglio 1998. Sono io stesso a sollecitarlo, perchè quel giorno si leggeva sui giornali di Umberto Bossi che diceva che Berlusconi è mafioso e viene a Milano con i soldi mafiosi. Mio padre lo difende e mi dice a quel punto che Berlusconi è la più grossa vittima della mafia, ma - aggiunge - soggetti vicini a lui sono a conoscenza di situazioni antecedenti alla sua discesa in campo e riescono ad influenzarne le scelte. Non ho mai sentito dire da mio padre che Berlusconi conoscesse o avesse frequentazioni con mafiosi: lui ha sempre detto che certa gente si era accreditata con la forza alla sua corte per poterne poi condizionare le scelte». L'uso di testimoni di mafia, dei pentiti, è sempre stato oggetto di discussione. Uno Stato forte non ne avrebbe bisogno, nel nostro Paese se ne è fatto un uso che ha lasciato spesso grossi interrogativi sulla reale utilità di questa metodologia, e l'effetto Ciancimino rischia di provocare altre destabilizzazioni politiche e sociali così come già avvenuto in passato.