Il crocifisso rimane nelle aule italiane Stampa
Sabato 19 Marzo 2011 10:05

Il limite fondamentale di una civiltà passa anche per le contraddizioni interne della propria cultura. La cultura è fatta di tutte le variabili che l'hanno costituita, che hanno portato il popolo nei millenni fino a qui, fino ad oggi, e da queste variabili non si può prescindere facilmente senza negare parte di un paese, di una nazione, di un popolo. Noi italiani siamo cattolici, ma anche esterofili, neghiamo la nostra cultura quasi ce ne vergognassimo, in modo anacronistico rispetto a qualsiasi altra civiltà. Il crocefisso è appeso nelle aule delle scuole pubbliche italiane dalla loro costituzione, e la nostra Chiesa è presente nella nostra vita, aldilà della presenza di un simbolo in una stanza, in modo profondo. Gli italiani però, discutono del falso problema crocifisso, che ha radici ben diverse dal semplice valore simbolico, come fosse un affare di Stato, da decenni. Alla fine del gioco, la stessa Corte europea dei diritti dell'uomo, con sentenza definitiva della Grande Camera, votata da 15 giudici su 17, ha dichiarato che il crocifisso non lede ne' il diritto dei genitori a educare i figli secondo le proprie convinzioni, ne' il diritto degli alunni alla liberta' di pensiero, di coscienza o di religione. La sentenza della corte si basa sul fatto che non c'è prova che il crocifisso leda la libertà degli alunni e che non costituisca elemento di indottrinamento alla religione cristiana, in quanto proprio la scuola italiana non prevede un corso obbligatorio di religione cristiana e non impedisce la cultura e lo studio di altre religioni. Poter rivendicare la propria identità, che sia essa culturale, sociale, religiosa, è un segno di civiltà, e questa identità deve essere rispettata dagli altri popoli, così come all'interno di uno Stato vanno osservate le leggi dello Stato stesso, non quelle di origine dell'individuo, e consentire al crocifisso di rimanere appeso in ogni aula scolastica è una conquista anche per un ateo, non solo per un credente,