Impianto a biomassa. Esposto alla Procura della repubblica Stampa
Domenica 22 Ottobre 2017 11:00

PROCURA DELLA REPUBBLICA DI SALERNO
SINDACO DI SALERNO
SINDACO DI PONTECAGNANO FAIANO
GOVERNATORE REGIONE CAMPANIA
COMANDO VIGILI URBANI – SETTORE AMBIENTE
ASL SALERNO – DIRETTORE GENERALE
ARPAC – DIRETTORE DIPARTIMENTO PROVINCIA SALERNO
ESPOSTO
I sottoscritti firmatari espongono quanto segue:
DESCRIZIONE CRONOLOGICA DEGLI ACCADIMENTI
Nell’ottobre de 2016 il Comune di Salerno ha autorizzato la realizzazione di un impianto a biomassa in
località Scavata Case Rosse, quartiere al confine col Comune di Pontecagnano Faiano. Tale impianto è
stato realizzato tra giugno e luglio 2017 e già ad agosto l’impianto è stato attivato almeno occasionalmente
emettendo fumi tanto da costringere gli abitanti a restare chiusi in casa per ore.
Il borgo di Scavata Case Rosse, pur ricadendo all’interno della zona industriale di Salerno è una zona
residenziale di circa 800 abitanti e l’impianto è a ridosso dell’abitato tanto che almeno 4 edifici affacciano
direttamente sull’impianto separati da esso semplicemente da via Scavata Case Rosse. In un raggio di solo
100 metri ricadono le altre abitazioni del borgo, due laboratori per la lavorazione delle carni, 2 pizzerie,
negozio di alimentari, altri uffici, depositi e varie attività artigianali, commerciali e ludiche.
A circa 200 metri si trova il fiume Picentino, l’abitato di Lamia, e inizia l’abitato di Pontecagnano,
densamente popolato e in larga parte costituito da area archeologica.
Apparentemente l’impianto non è in funzione o quantomeno viene acceso saltuariamente come se lo
stesso fosse in fase di collaudo. Sabato 14 ottobre 2017 intorno alle ore 19 sono stati uditi dei boati
provenienti dall’impianto con l’emissione di fumi dall’odore acre. Gli occupanti delle abitazioni a ridosso
dell’impianto impauriti sono scesi in strada per costatare l’accaduto e il personale presente nell’impianto
hanno frettolosamente lasciato l’impianto spegnendolo. Sono stati chiamati i carabinieri che hanno potuto
costatare il fumo e l’odore acre presenti nei pressi dell’impianto e hanno raccolto i nomi dei presenti per
la stesura del verbale.
La relazione tecnica, visionata attraverso un accesso agli atti depositati presso il Comune di Salerno, NON
evidenzia che l’impianto sia realizzato a ridosso di civili abitazioni ma anzi viene sottolineato a pagina 7
quanto segue:
NON menzionando che nelle immediate vicinanze sono presenti civili abitazioni a cui potrebbero arrecarsi
rischi particolari da parte dell’impianto. Oltretutto le civili abitazioni sono chiaramente riportate
successivamente nelle planimetrie allegate alla relazione tecnica dell’impianto e nella relazione relativa
all’impatto acustico con tanto di distanze.
La suddetta relazione NON riporta le schede tecniche del bruciatore a gasolio, del bruciatore a legna da
100 KW, alimentato a legna, e del motore endotermico da 200KW alimentato a syngas.
Facendo riferimento ad un motore endotermico di 1000KW e, facendo le dovute proporzioni, ci risulta che
un motore endotermico di 200KW emette circa 200.000.000 x m3/h di nano-particelle (come definite dal
DPR 37/2009) e considerando un funzionamento continuativo per circa 7500 ore annue arriviamo ad un
totale di circa 1.500.000 milioni di nano-particelle oltre alla emissione di PM10, PM 2,5, PM1, etc.. all’anno.
Il presente esposto ha lo scopo di porre all’attenzione dell’Ecc.mo Procuratore della Repubblica e a quanti
in indirizzo di quanto accaduto e in prospettiva di quanto potrà accadere riguardo il rischio sanitario e
della sicurezza dei cittadini del borgo di Scavata Case Rosse, di quanti svolgono lì la propria attività e per
gli abitanti di tutto il comprensorio inclusi i cittadini di Pontecagnano Faiano. Inoltre, evidenziare i probabili
impatti sulle attività economiche insediate nel suddetto borgo come due laboratori per la lavorazione delle
carni, 2 avviate pizzerie, negozio di alimentari, altri uffici, depositi e varie attività artigianali, commerciali e
ludiche, di quanti hanno investito dal punto di vista immobiliare.
Inoltre, altri casi analoghi sul territorio salernitano ci inducono a credere che i nostri timori sono fondati e
oltretutto confermati dalla magistratura, come nel caso della sentenza del TAR emessa ad ottobre scorso
contro la realizzazione dell’impianto a biomassa nel Comune di Capaccio dando ragione alla tesi del
Comune che ritiene non adeguata la collocazione dell’impianto, che in quel caso è distante dalle abitazioni.
Figuriamoci se costruito a ridosso delle stesse.
Pertanto
CHIEDIAMO
che l’Ecc.ma Procura della Repubblica e il Sindaco di Salerno dispongano la sospensione immediata
della messa in esercizio dell’impianto
che l’Ecc.ma Procura della Repubblica Voglia disporre:
o gli opportuni accertamenti sulle emissioni dell’impianto
o la valutazione degli impatti ambientali sia delle emissioni dei fumi ma anche
dell’approvvigionamento e il trasporto della biomassa necessaria al funzionamento
dell’impianto, stimata in circa 1900 tonnellate annue.
o Voglia disporre quindi gli opportuni accertamenti sulla adeguatezza dell’area dove è situato
l’impianto in ordine ai fatti esposti in narrativa.
 che l’Ecc.ma Procura della Repubblica Voglia procedere nei confronti dei possibili responsabili qualora
in ordine ai fatti esposti in narrativa dovessero emergere eventuali profili di illiceità o omissione.
Salerno, 19 ottobre 2017