Verdi. Momix in Bothanica uno spettacolo concepito e diretto da Moses Pendleton Stampa
Venerdì 24 Febbraio 2012 19:01

 

“La pianta concentra tutta la propria esistenza verso un unico scopo: spuntare dal terreno per sfuggire alla calamità sotterranea; eludere e trasgredire una legge misteriosa ed opprimente, liberarsi, strapparsi dalla morsa soffocante, immaginare o invocare ali per scappare il più lontano possibile, affrancarsi da uno spazio in cui il destino l'ha relegata ed accostarsi ad un'altra realtà, entrare a far parte di un mondo emozionante e vivido”. Maurice Maeterlink, The Intelligence of Flowers. Bothanica nasce dalla passione per la natura del coreografo Moses Pendleton, fondatore dei Momix. «Mi sono ispirato per prima cosa a Vivaldi e al suo ciclo delle Quattro Stagioni», ha infatti dichiarato il coreografo. Lo spettacolo è diviso in due parti: Winter Spring (il nome delle due prime stagioni Inverno-Primavera, ma anche, in inglese, “lo slancio (spring) dell’inverno”) e Summer Fall (Estate–Autunno, ma anche “la caduta dell’estate”). E in questo semplice ma affascinante gioco linguistico si nasconde molta dell’elementare ma accattivante filosofia Pendletoniana. Le coreografie sono un insieme di elaborati giochi ottici, intessuti di efficaci strutture dinamiche proprie della modern dance americana. Il panorama sonoro è impressionante per varietà: ben trentacinque diverse fonti. Alla base di Bothanica c’è però anche il desiderio di trarre lezione dall’osservazione della natura nel senso, appunto, un po’ ingenuo e forse ancora “hippy” del termine. «Questa – sostiene Pendleton – è l’essenza dei Momix: si vede un fiore in un uccello, un essere umano in una roccia, una donna in un uomo. Bisogna usare la fantasia, l’immaginazione, la creatività. Nei nostri spettacoli cerchiamo di provocare quella che io chiamo “optical confusion”: un modo per eccitare i nervi del cervello e stimolare la creatività».