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L'ippocampo. Una carta di riserva PDF Stampa E-mail
Sabato 08 Ottobre 2011 11:03

Secondo De Luca “L’ippocampo registrato dal Comune di Salerno presso la Camera di Commercio è una carta di riserva da giocare se e quando essere necessaria. Alcuni giornali pur di vendere qualche copia, si inventano divisioni che non esistono. Ci sono diverse sensibilità nel mondo sportivo, nella tifoseria per l’amor di Dio ma, siamo tutti uniti sulle cose fondamentali.  Come Comune abbiamo registrato il marchio dell’Ippocampo ma è una iniziativa per avere una carta di riserva che non ha una ricaduta immediata ma che si riserva la città di Salerno a prescindere dalle vicende societarie proprio per non avere problemi anche per il futuro. Non è niente di più che una carta di riserva. Oggi dobbiamo puntare innanzitutto a uscire quanto prima dall’inferno della Serie D e, non sarà facile. Dobbiamo puntare tutti insieme - per questo dico che non ci sono diversità tra di noi - ad avere la nostra maglia granata che è il simbolo forse più forte della nostra immagine sportiva, la nostra denominazione Salernitana, i simboli… Ovviamente non dipende da noi, da Salerno. Il Comune non c’entra niente, chiariamolo una volta e per tutte. Il problema è la società. Io più che sollecitare la società non posso fare. Lo faccio io come lo fanno i tifosi. E’ chiaro che premiamo tutti quanti per avere quanto prima possibile la maglia granata, il nome, i simboli. Tutto! Sono vicende che non abbiamo creato ma che abbiamo subito perc hè ci sono state persone che non hanno voluto pagare neanche i soldi per l’iscrizione al campionato oltre che pagare i soldi per far viaggiare la squadra per andare a fare i play off. Lasciamo perdere. Massima unità, massima compattezza di tutto l’ambiente e soprattutto massimo calore attorno alla squadra perché se ci sarà questo calore, questa spinta vedrete che usciremo presto dall’inferno. Non sarà facile. Ricordo le esperienze della Fiorentina che ci ha messo 2 anni per recuperare la sua vecchia maglia. Il Napoli non so quanto tempo ci abbia messo. Insomma, non sono cose facile. Abbiamo bisogno di tutto, fino all’ultimo tifoso. Oggi siamo chiamati a fare questo sforzo di unità, compattezza, incoraggiamento.'