Menu Principale


Condividi su

Facebook MySpace Twitter Digg Delicious Stumbleupon Google Bookmarks RSS Feed 

News

Loading feeds...

Created by SopanTech Solutions


Area sondaggi


Meteo a Salerno

Dom Lun Mar Mer

Oroscopo del mese

No images

Scavi di Paestum: ritrovate 24 tombe a fossa del VI secolo PDF Stampa E-mail
Sabato 19 Novembre 2011 08:49

Ventiquattro tombe sono venute alla luce nell’area archeologica di Paestum. La notizia è stata data dalla direttrice del Museo Nazionale e degli Scavi di Paestum Marina Cipriani durante il convegno “La protezione dei beni archeologici: l’esperienza dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e quella degli altri Paesi” alla XIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum. Gli scavi sono terminati tre giorni fa e hanno portato alla luce monumenti funerari a fossa risalenti al VI secolo a.C. nella necropoli settentrionale. Solo nel mese di luglio altre sei tombe a cassa dipinta appartenenti ad esponenti dell’aristocrazia lucana del IV secolo a.C. erano state scoperte in un’altra parte di una delle necropoli pestane più importanti. Ritrovamenti casuali – ha fatto capire la Cipriani: “Perché non c’è più un euro per programmare scavi sistematici nelle necropoli pestane. Quelle settentrionali sono più soggette a scavi clandestini e così sono stati recuperati corredi e pitture splendidamente conservati”.

Recupero e prevenzione sono le due parole d’ordine del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale presente con il Comandante Pasquale Muggeo, che nel 2010 hanno consentito il recupero di 40.770 reperti archeologici, permettendo di individuare vere e proprie strutture criminali operanti nel settore, dotate talvolta anche di terminali esteri. Sono state recuperate 29.032 monete di natura archeologica, molte delle quali a seguito di operazioni di monitoraggio del web. Sono stati inoltre effettuati 1.248 controlli nelle aree archeologiche ritenute più a rischio. In questo momento ci sono 32 richieste di recupero di reperti archeologici italiani finiti all’estero.

Anche la direttrice Cipriani ha ricordato, per quanto riguarda l’area di Paestum, l’opera di recupero col Comando con il generale Conforti a metà degli anni Ottanta, fino al vaso di Asteass restituito lo scorso anno dal Museo Getty di New York.

Uno sguardo al particolare momento che sta vivendo la Libia, dopo il recupero della “testa di Domitilla” asportata dal Museo di bengasi nel 1969, l’appello lanciato ai Carabinieri e agli intellettuali presenti in sala da parte di una archeologo libico: “Aiutateci a non perdere il nostro patrimonio”, è stato considerato degno di essere accolto dal Direttore Generale dell’ICCROM Mounir Bouchenaki