Menu Principale


Condividi su

Facebook MySpace Twitter Digg Delicious Stumbleupon Google Bookmarks RSS Feed 

News

Loading feeds...

Created by SopanTech Solutions


Area sondaggi


Meteo a Salerno

Sab Dom Lun Mar

Oroscopo del mese

No images

Bankitalia finalmente ha scoperto che mangiamo meno PDF Stampa E-mail
Domenica 25 Luglio 2010 14:20

La crisi si fa sentire anche sulla spesa relativa al cbo. E se lo dice Bankitalia dobbiamo crederci. Il rapporto sulle economie regionali ci dice che la spesa in beni alimentari è diminuita soprattutto nel Mezzogiorno (-3,9%) e al Centro (-4,1%); nel Nord la riduzione è stata dell'1,9% (-2,9%). La spesa media mensile delle famiglie italiane é scesa a 2.442 euro, col minmo del sud di 1.898 euro. Un calo dell'1,7% con il sud a -2,7%. Anche la richesta di credto è diminuita, sia per abitazioni, che per acquisti di beni durevoli, pesando sulla dinamica del credito al consumo. Ci permettiamo di azzardare che forse molte famiglie sono oggi al limte d richiesta di credito, che molte delle richieste di credito degli anni passati sono risultato di operazion finanziarie che hanno consentito anche l finanziamento di importi superiori al 50% degli stipendi, se non addirittura fittizi, e che molti mutui casa o crediti per beni durevoli nascondevano esigenze di liquidità. Bankitalia e tutti questi organi che di anno in anno misurano le nostre condizioni economiche dandoci la misura di quel che purtroppo già sappiamo, svilupperà altri dati, e probabilmente l'anno prossimo farà i conti non piu' sulla quantità di cibo, ma sulla crisi delle banche e degli istituti creditizi vessati dalla mancanza di richieste, della mancanza di liquidità dei correntisti, e su un numero sempre crescente di insoluti da credito. Ci si chiede poi tra l'altro, se è vero che una decina di anni fa molti ipermercati a basso costo, con la scusa delle cooperative del nord o di prodotti esterii di qualità leggermente inferiore ma molto piu' conveniente, hanno costretto alla chiusura molte delle attività private che non potevano competere con i prezzi di queste grandi organizzazioni, chiuse a loro volta in buona parte dei casi ed anche con qualche scandalo, di quanto si è ridotta la qualità dell'alimentazione di molti italiani, che oltre a diminuire il consumo, hanno sicuramente peggiorato, in questi anni, la qualità, e corrono spesso il rischio di imbattersi in prodotti scaduti o deteriorati se non addirittura cancerogeni proprio in funzione di una grande distribuzione che non sempre è garanzia di controllo. Del resto lo stesso studio sulle economie regional ci dice, come non lo sapessimo, che siamo insoddisfatti dei servizi pubblici sul territorio, dal trasporto pubblico alla salute, dagli spazi verdi ai servizi sportivi.