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Farmacia comunale: Rifondazione Comunista e le bugie dei bugiardini PDF Stampa E-mail
Venerdì 20 Settembre 2013 07:18

Scimmiottare la vicenda della farmacia comunale è diventato l’hobby preferito di Rifondazione Comunista. Non ultimo, il volantinaggio degli ultimi giorni confezionato in stile foglio illustrativo dei medicinali (il cosiddetto bugiardino) con tante di macroscopiche bugie. Le controindicazioni alla “cura” sbagliata di Rifondazione Comunista sono queste: - L’attivo non è di 800mila euro e gli utili sono sempre stati utilizzati dal Consorzio per ripianare le perdite di altre farmacie. - Il Consiglio comunale non è si riunito il 28 giugno del 2013 ma il 4 luglio e nella delibera non si parla affatto della Guardia Medica. Nella delibera n.11 il Consiglio comunale ha stabilito che l’acquirente della farmacia comunale dovrà assicurare ai cittadini di fasce deboli lo stesso trattamento sino ad oggi effettuato.  Non è un capriccio dell’Amministrazione, la vendita della farmacia: basta guardare all’Emilia Romagna e in altre realtà a noi vicine dove gli enti locali hanno ceduto a terzi la titolarità della farmacia.  Altro aspetto importante è la clausola inserita dall’Amministrazione nel bando di vendita: e cioè quella che impone al nuovo proprietario della farmacia l’assorbimento dei dipendenti in carico per tre anni. Un impegno, questo assunto dall’Amministrazione, non obbligatorio, ma frutto di una sensibilità politica nei confronti dei dipendenti stessi.  Soprattutto in relazione alla sospensiva emessa dal Tar a fronte del ricorso presentato dal Consorzio Farmaceutico di Salerno. Sospensiva “inaudita altera parte”, ovvero emessa senza ascoltare le parti interessate: il ricorrente e il Comune di Baronissi. Il collegio, infatti, si esprimerà nel merito della controversia solo nell’udienza del 19 settembre. Non c’è nessuna sentenza del Tar, dunque, né tantomeno alcun dispositivo.

 

Il vice presidente Polis Giuseppina Abate