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La partecipazione dei lavoratori agli utili PDF Stampa E-mail
Lunedì 23 Agosto 2010 11:09

Tra le mille polemiche di questi giorni, la politica affronta il discorso, legato alla querelle Fiat - Fiom per i lavoratori sospesi e reintegrati, della partecipazione agli utili dei dipendenti delle aziende. Il riferimento dei sindacati moderati e del Ministro Del Welfare Sacconi, per il quale 'Parlare di meno Stato e piu' societa', significa parlare di Pomigliano, di un grande investimento che si realizza non con un incentivo pubblico ma con quanto e' realizzato dalla disponibilita' dei lavoratori ad una maggiore produttivita' significa affrontare una metodologia che potrebbe sconvolgere, non sempre in modo positivo, il mercato del lavoro. Acquisire il titolo a condividere gli utili ed i risultati, non solo in termini di salario fisso contrattuale, ma anche di salario collegato ai risultati dell'attivita' aziendale, richiede una chiarezza di intenti ed imprenditoriale difficile da gestire con sistemi semplici. Ci siamo già ritrovati di fronte a compartecipazioni di lavoratori ad utili di aziende, e difficilmente questo ha poi contribuito a migliorare la condizione economica di questi ultimi, ma piuttosto ulteriori sacrifici e responsabilità che non devono toccare il lavoratore. L'imprenditore è tale perchè ha anche una base di scelta e di rischio, ed è giusto che decida delle linee generali dell'azienda sulla base di scelte di cui assume la responsabilità e conseguentemente degli utili o delle perdite. Il salario di produttività può riguardare il lavoro svolto, la quantià di prodotto sviluppato sollo sulla base di precise richieste dell'azienda, mai un risultato economico e commerciale che può essere negativo nonostante la quantità di produzione aggiuntiva. Del resto non si può poi chiedere di intervenire con i propri salari se il salario di produttività dovesse poi risultare negativo per l'incidenza di valori slegati dalla mera produzione. Chiedere ad un lavoratore di partecipare agli utili dovrebbe significare responsabilizzarlo nelle scelte, di quelle relative al ciclo di produzione, all'utilizzo dei colleghi, dell'approvigionamento di materie prime, variabili che devono essere compito di pochi specializzati pagati per questo e responsabilizzati al fine del raggiungimento degli obiettivi. L'appilcazione di un fenomeno Fiat provocherebbe un precedente applicabile a tutto il mercato del lavoro, compreso quello statale, in un domino pericolosissimo che, sperimentato in alcuni settori con la privatizzazione dei contratti per alcuni dirigenti, ha portato a volte buoni risultati, ama anche moltissimi fenomeni irreparabili.