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Italia - Cronaca
Thyssen. Sentenza storica PDF Stampa E-mail
Domenica 17 Aprile 2011 15:54

La Corte d’Assise di Torino, presieduta daMaria Iannibelli, ha condannato Harald Espenhahn, amministratore delegato dellaThyssenKrupp, a 16 anni e mezzo di reclusione e gli altri cinque dirigenti imputati nel processo a pene comprese tra i 10 e i 13 anni. La sentenza Thyssen è una sentenza storica, con pene che ricalcano  in pieno le istanze dei pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso, aumentando anche la pena di Moroni. A tre anni e mezzo dal rogo nella fabbrica torinese che uccise 7 operai, finalmente, una conclusione dalla parte delle vittime del lavoro. Per la prima volta la classe dirigente paga anche per scelte che abbiano potuto contribuire ad una morte sul lavoro, pur on essendo causa diretta della stessa. Viene quindi punita la scelta di non investire nella sicurezza, sopratutto perchè i fondi erano stati stanziati per l’installazione di un impianto di rilevazione di fumi e spegnimento automatico del fuoco. La Thyssen è stata inoltre condannata al pagamento di un milione di euro al Comune di Torino, 973.300 euro alla Regione Piemonte, 500mila euro alla Provincia di Torino, 100mila euro ciascuno ai sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uim-Uilm, Flm-Cub e altri 100mila euro all'associazione Medicina Democratica oltre alle spese processuali, ad una pena pecuniaria di un milione di euro, all'esclusione da contributi e sovvenzioni pubbliche per sei mesi e al divieto di farsi pubblicità per sei mesi.

 
Vittorio Arrigoni PDF Stampa E-mail
Sabato 16 Aprile 2011 14:29

Vittorio Arrigoni era sicuramente soprattutto un attivista sostenitore della causa palestinese. Viveva da qualche anno a Gaza dove svolgeva la sua attività con l'occhio soprattutto alla situazione della striscia, appunto, di Gaza. Fu arrestato dall'esercito israeliano per difendere pescatori palestinesi che pescavano in acque internazionali. Collaborava con Radio Popolare e Il Manifesto, ed i suoi reportage erano a documentazione della sofferenza palestinese. Aveva un blog, Guerrilla Radio, in alcuni periodi unica fonte dalla striscia di Gaza, quando fu interdetto l'accesso alla stampa occidentale. Insomma un attivista, degno del rispetto che si deve a chi lavora per una idea, e rischia la propria vita vivendo non tanto in zone di guerra, quanto a continuo contatto con frange estremiste e fondamentaliste. Perchè Vittorio non è rimasto vittima dei nemici, ma di qualche amico che era troppo ai margini delle sue idee per comprendere lo sforzo di lavorare tra fazioni all'interno di uno stesso nucleo, di una stessa ideologia. Sembra che volesse una riconciliazione e lavorasse quindi, per mettere pace tra Hamas e Al Fatah, non pensando forse che questo potesse non piacere ai salafiti che non amano Hamas. Non vogliamo entrare piu' di tanto nel merito, crediamo che il giornalismo debba informare quando davvero 'sa' i fatti, ma l'uccisione, senza scampo, di Vittorio, è un segno di quanto anche quelle che sono considerate idee giuste per un'organizzazione possono essere viste male, al punto da uccidere, da chi dovrebbe combattere per la stessa causa. Si può dire di tutto ora, ma anche questo fa male al desiderio di chi davvero cerca di trovare una soluzione, perchè aldilà della perdita di un uomo che combatteva con la penna e la voce per un'idea, giusta o sbagliata che fosse, con questo gesto la lotta palestinese mostra tutta la propria debolezza.



 
Scuola. La sentenza di Genova PDF Stampa E-mail
Sabato 16 Aprile 2011 07:31

La sentenza di Genova che ha ridato forza ai precari della scuola che ora sperano di poter avere il contratto a tempo indeterminato così come i colleghi di Genova. In tutta Italia sono circa 65mila i ricorsi. Il Tribunale del lavoro di Genova ha riconosciuto a 15 insegnanti precari con almeno tre contratti annuali consecutivi l’illegittimità del contratto a termine, la ricostruzione della carriera, cioè gli stessi diritti economici degli insegnanti a tempo indeterminato, il riconoscimento di 15 mensilità come risarcimento danni per la mancata immissione in ruolo. A Salerno saranno almeno 500 i precari che sperano di poter raggiungere lo stesso obiettivo dei colleghi liguri.

 
stupro donna in caserma. Nessun arresto PDF Stampa E-mail
Mercoledì 16 Marzo 2011 23:26

Il gip Sandro Di Lorenzo ha respinto la richiesta di arresto per i 3 carabinieri ed il vigile urbano che violentarono una donna di 32 anni. in una caserma romana, rigettando così la richiesta degli inquirenti. Viene spontaneo chiedersi cosa avrebbero dovuto fare i 4 indagati per essere messi agli arresti. In situazioni del genere, in considerazione del fatto che non esistono motivi per protrarre l'indagine all'infinito, sembrerebbe doveroso creare il principio fondamentale che le forze dell'ordine in alcun caso dovrebbero commettere reati del genere, anche con il supposto consenso della donna, e non si comprende come si possa rigettare una proposta di arresto.

 
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