Giovedì 20 Maggio 2010 22:16 |
Le regioni con la sanità in rosso possono utilizzare i fondi Fas solo presentando piani seri di risanamento. Per la Campania, come per Lazio e Molise, i piani non sembrano favorire una souzione della crisi del settore sanitario, in Campania al collasso. L'aumento delle imposte regionali in questo caso diventa d'obbligo ma, considerato il debito di svariati miliardi della Sanità campana, decisamente non quantificabile con precisione aldilà della presentazione dei bilanci delle varie Asl della Regione, non la soluzione. E' necessario a questo punto fare un grandissimo sforzo per tentare di rientrare nei fondi, con richieste precise al Governo, e, se non è troppo tardi, dare un serio colpo di spugna ad un sistema ormai al collasso. Sembra che un tavolo comune delle tre Regioni possa favorire un rientro in extremis, ma i piani non dovranno essere sviluppati solo al fine di recuperare i fondi, quanto per risolvere una volta per tutte, seppur lentamente, il problema Sanità. |
Martedì 18 Maggio 2010 08:38 |
Solo per ricordare, per non dimenticare che ragazzi innocenti, così come civili inermi, sono vittime di qualcosa di inspiegabile, nel 2010, vittime di un terrorismo e di rapporti sovranazionali e di equilibri che molto spesso ci fanno chiedere per quale motivo non si riescano a mantenere senza mietere migliaia di vittime. Le risposte sono tante, molte di queste sono incivili, coinvolgono interessi degli Stati e personali, ma non è qui ed in questi casi che la politica può intervenire per chiedere che il nostro Paese supporti o si dissoci da queste missioni 'di pace'. Solo un confronto strutturato e che tralasci gli interessi di parte può risolvere, alla base, il motivo di questo conflitto strisciante che, con queste modalità, rischia di non finire mai. Ora non si può far altro che ricordare, mantenere viva la memoria per questi ragazzi, per tutte le vittime civili e militari, per interi popoli devastati dalla barbarie della guerra infinita del 2000. Il caporalmaggiore Luigi Pascazio era nato a Grumo Appula (Bari) il 23 novembre 1985, celibe. Era neil'arma dal 2006. Con quella in Afghanistan era alla quarta missione. Il sergente Massimiliano Ramadù, era nato a Velletri (Roma) l'8 febbraio 1977. Era nell'arma dal 1998. Era sposato con Annamaria Pittelli. Erano sposati da meno di un anno. Sono ad oggi 24 i militari italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione, nel 2004.
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Domenica 09 Maggio 2010 18:37 |
La crisi economica che investe la Ue ha diverse letture. Il fatto stesso che ci si sia affrettati a trovare delle soluzioni, la crisi delle borse, la crisi greca, pongono dei dubbi di difficile interpretazione. In questo momento, aldilà di ogni valutazione che ci venga proposta, nessuno può assicurarci che non ci siano crisi globali della economia che possano portare ad interventi simili a quelli ellenici, e tantomeno che le nostre banche, e di conseguenza tutto un sistema molto complesso fatto di depositi, di investimenti, finanziamenti, di giro costante del nostro denaro, dei nostri risparmi, regga senza interventi straordinari. Le nostre banche, come si dice in ogni momento di crisi, danno pochi servizi a costi alti. Non hanno mai seguito la metodologia del sistema bancario americano ed europeo degli ultimi decenni, e, se questo ha garantito la solidità di cui tanto si parla in questi giorni, non serve tanto a noi clienti, quanto a garantire il sistema bancario. In un sistema sotanzialmente imperniato sul deposito a costi alti, la costante erosione dei depositi dei piccoli risparmiatori, il costante svincolo di investimenti sicuri e scarso rendimento, creerà un problema di liquidità che non può essere sottovalutato. Dovessimo trovarci nella situazione greca, le nostre banche non reggerebbero a lungo, nonostante quel sistema oligopolistico e di cartello che ad oggi le garantisce. Piu' che intervenire a stanziare fondi per la Grecia, piu' che intervenire per fronteggiare il tentativo di recupero del dollaro rispetto all'euro, che porterebbe linfa all'esportazione americana in crisi anche e soprattutto per la forza dell'euro degli ultimi anni e la concorrenza del mercato cinese, bisogna assolutamente intervenire su spesa pubblica, corruzione, sulle tasse, consentendo ai piccoli e medi risparmiatori di non erodere la propria forza economica, unico segreto della stabilità delle nostre banche. |
Sabato 17 Aprile 2010 09:55 |
E' arrivato forse il momento che tutti, a destra, immaginavano. Su Fini si è detto di tutto, ma rimane nel contesto politico forse l'ultimo vero tecnco di potere, di quelli della vecchia generazione, e difficilmente un politico che ha mediato piu' di altri in questi 20 anni il rapporto con Berlusconi, sbaglierà modi ed interventi. Il braccio di ferro è tra i due veri leader della destra, quello che ha il bastone del comando, e quello piu' nascosto che la politica la fa dal di dentro, il tecnico. Fini ha cavalcato lo sdoganamento della destra, di quella destra vera che ha sofferto il ghetto del dopoguerra fino agli anni 90, ed ha dato con la sua capacità di essere forte ma razionale, aldilà di pruriti 'fascisti' di qualcuno, un'identità all'idea di destra. Berlusconi è stato il motore di tutto questo, nella sua capacità di entrare in profondità nel cuore della gente, con quella incoscienza che l'ha portato a sembrare il vero grande leader della politica italiana. Ora la resa dei conti, tra il machiavellico Fini ed il leader del Pdl, è arrivata. Difficilmente Fini tornerà indietro, e sarà difficile che si creino nuovi gruppi parlamentari di reminiscenza An, ma è anche vero che non sarà un guado semplice, favorito anche dalla inesistenza della coalzione di sinistra, ed è certo che alle prossime elezioni tra gli altri ci saranno due leader, tra gli altri, Fini e Berlusconi. I numeri darebbero ancora ragione a Berlusconi, ma nei sondaggi non sempre a vincere è il premier, e la stanchezza di certa destra per certi comportamenti di Silvio, e la fermezza morale di Fini, molto vicina alla destra storica, non garantisce un risultato predefinito. Gli sviluppi saranno fondamentali per il prosieguo della politica italiana, e gli elettori farebbero bene a seguire gli sviluppi con attenzione. |
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