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Economia & finanza
Aeroporto. Cercasi security PDF Stampa E-mail
Giovedì 25 Agosto 2011 14:12

La società di gestione dell'aeroporto Salerno-Costa d'Amalfi ha prorogato fino al 21 settembre il termine per la presentazione delle domande relative al bando dei servizi di security, per il controllo dei passeggeri in entrata e in uscita, il controllo radioscopico dei bagagli al seguito dei passeggeri, i servizi di vigilanza dei beni dello scalo e dei varchi di accesso e delle aree esterne. 32700 ore con retribuzione di circa 900mila euro. Al personale impiegato verrà garantito un salario di 27 euro all'ora.

 
Cstp. Il sindacato cerca soluzioni PDF Stampa E-mail
Giovedì 25 Agosto 2011 13:58

Al termine di una riunione nella sede di Piazza Luciani, cui hanno preso parte il presidente Mario Santocchio ed i vertici aziendali e sindacali, una nuova proposta per recuperare posti di lavoro, affidare agli autisti in esubero compiti di controllo. L'ipotesi di tagliare le buste paga per mancanza di liquidità finanziarie, restituendo i 30 giorni lavorativi mensili con una paga ridotta come se il dipendente lavorasse 20 o 25 giorni è stata definita inaccettabile dalle organizzazioni sindacali, che hanno invece fatto proposta di utilizzare dipendenti per il controllo dei bigliettie del ticketaggio. 'Dai nostri dati - dice Luciano - i viaggiatori a nero sono ancora tanti e dunque l'azienda potrebbe recuperare risorse con maggiori controlli'. E sulla privatizzazione 'Abbiamo registrato la posizione della Provincia di Salerno che vuole dismettere la sua quota interna al Cstp. E' assurda una ipotesi simile, considerando che il privato penserebbe unicamente al profitto, aumentando i ticket e tagliando ulteriormente i lavoratori. Il servizio di trasporto è indispensabile ed è necessario che resti pubblico. Si tratta di uno scenario a cui ci opporremo fermamente'.

 
Il 30 agosto udienza al Consiglio di Stato per annullare la Delibera LCN PDF Stampa E-mail
Mercoledì 24 Agosto 2011 08:50

Sarà una battaglia molto impegnativa ma ce la faremo. Le emittenti locali , che hanno fatto la storia della radiotelevisione privata e della libertà d’informazione del Paese con l’altrettanta storica sentenza 202 della Corte,  non possono essere cancellate dal video con un colpo di spugna. Se il Consiglio di Stato annullerà la sentenza del TAR del Lazio che impone all’Autorità di rivedere i criteri di assegnazione dell’LCN, si aprirà la strada per ricorrere alla Corte Costituzionale. Se, invece, come si spera, il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del TAR chiederemo all’Autorità la formazione di un TAVOLO di confronto per rivedere la Delibera 366/11/CONS. In tale occasione, chiederemo :1) che la numerazione dal 4 al 9  venga pagata con un congruo contributo annuo da redistribuire alle emittenti locali collocati sulla numerazione più alta del telecomando; 2) che la numerazione fino al trenta venga assegnata esclusivamente alle emittenti locali storiche ed editoriali di qualità. Decine di emittenti locali si sono già costituite “ad opponendum” davanti al Consiglio di Stato insieme alla REA e altre associazioni per sostenere queste ed altre ragioni. Le emittenti che intendono aderire fanno  ancora in tempo scrivendo a info@reasat.it . In pochi minuti verranno spedite le relative  istruzioni. E’ doveroso avvertire “gli agnostici” o “peggio ancora” coloro che appoggiano la Delibera dell’Autorità attraverso l’azione di AERANTI che stanno andando contro i loro stessi interessi e che stanno TRADENDO la causa della loro stessa esistenza e libertà conquistata a carissimo prezzo e duri sacrifici. Sappiano che l’operazione switch off, impostata dal MSE e dall’Autorità, è un   MOSTRO GIURIDICO  che non si batte stando alla FINESTRA.  Sappiano che  quel MOSTRO è stato scientificamente studiato per farci chiudere. Sperare di salvarsi è una follia se non ci si impegna per batterlo. Dunque, l’invito ai colleghi televisivi è di entrare in campo sereni e tranquilli, convinti fino alla fine di stare dalla parte del giusto in difesa del propria impresa, della propria famiglia e del proprio lavoro. Oggi stesso, proprio ora, richiedete alla REA le modalità per costituirsi a info@reasat.it .

 
I comuni delle città dell’olio della Campania contro la manovra finanziaria PDF Stampa E-mail
Martedì 23 Agosto 2011 12:10

I comuni delle città dell’olio DELLA CAMPANIA IN RIVOLTA CONTRO LA MANOVRA FINANZIARIA: “Provvedimento che svuota e non risolve”
A rischio migliaia di identità territoriali che si disperderebbero, insieme allo status di Comune. La soluzione accorpare servizi e funzioni per macro aree.
Intanto l’Associazione delle Città dell'Olio italiane invita tutte le “Città d’Identità” a prendere posizione e a unire le forze Nessuno tocchi i Comuni. Questo il monito lanciato dall'Associazione Nazionale Città dell'Olio sulla scia della proposta avanzata dal Governo Italiano nella manovra finanziaria in approvazione in questi giorni nelle aule parlamentari e che prevede l'accorpamento o la soppressione di quasi 2000 Comuni con meno di 1000 abitanti ciascuno. Con i suoi 355 soci, tra cui molti piccoli Comuni a rischio, l'Associazione Nazionale Città dell'Olio - attiva dal 1994 riunisce Comunità Montane, Camere di Commercio, Provincie e Comuni a chiara vocazione olivicola con lo scopo di promuovere l’olio extravergine di oliva ed i territori di produzione, riconoscendone il fondamentale ruolo della tradizione agricola, alimentare e culturale - leva una voce d'allarme per scongiurare la dispersione di migliaia di identità che si configurerebbe oltretutto come un oltraggio alla storia, alla cultura e alle tradizioni che si sono tramandate fino a oggi. Chiaro l'invito che il Presidente dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio Enrico Lupi rivolge agli altri Comuni  e alle Associazioni Nazionali delle Città di Identità con scopi di promozione delle identità territoriali italiane:“L'Associazione interpellerà e si raccorderà con le Città di Identità per fare fronte comune – dichiara il Presidente dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio Enrico Lupi – perché così com'è il provvedimento proposto dal Governo non solo non è risolutivo ma rischia di svuotare invano migliaia di realtà con una propria identità. Se il titolo del Decreto vuole avere un significato – prosegue Lupi - è un titolo che non corrisponde a verità. nei piccoli comuni il costo totale degli organi di governo non supera i 15 mila euro lordi all’anno, con consiglieri che hanno gettoni di presenza dai 5 agli 8 euro quando un dipendente dell’Ente Comune costa più tutta la rappresentanza politica. Non è vero quindi che attuando l’articolo 16 si riducono i costi: è solo fumo negli occhi per poter ottenere un effetto mediatico dichiarando che hanno tagliato 54 mila poltrone. In questo caso direi che non si tratta di poltrone ma di strapuntini della politica e spesso anche scomodi. Abolire i piccoli Comuni vuol dire mortificare una rappresentatività territoriale indice di un’identità forte. Le Città dell’Olio lavorano anche per dare visibilità a queste identità. Come faremo a parlare dei prodotti espressione dei loro territori quando ormai questi Comuni non esisteranno più? I vantaggi, eliminando questi “apparati” saranno infinitesimali rispetto al danno che queste piccole realtà possono subire. Per abbattere i costi l'unica soluzione valida sarebbe quella di accorpare servizi e funzioni per macro aree. Si potrebbe mantenere – conclude il Presidente dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio - in ogni centro il “core” politico, accorpando in una unica struttura gli organi amministrativi”. La stessa sorte che si profila per i piccoli Comuni potrebbe toccare anche a decine di Province, tra cui molte socie dell'Associazione. Critica anche in questo caso la posizione presa dall'Associazione Nazionale Città dell'Olio, con il Presidente Enrico Lupi che tuttavia apre a un dialogo avanzando la proposta di “creare dipartimenti alla francese, ovviamente dopo averne valutato attentamente  compatibilità culturale e socioeconomica”. 

 
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